Le case dell'uomo. Abitare il mondo by Aa.vv

Le case dell'uomo. Abitare il mondo by Aa.vv

autore:Aa.vv. [AA.VV.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Antropologia, Scienze sociali, Saggistica
ISBN: 9788851138059
editore: De Agostini Libri
pubblicato: 2016-02-01T23:00:00+00:00


Abitare, sostare, andare: ricerche

e fughe dall’intimità

Francesco Remotti

L’essere umano non è l’unico animale che costruisce case, ripari, rifugi: molte altre specie esibiscono raffinate e persino sorprendenti capacità architettoniche (Von Frisch, L’architettura degli animali). Anche se qui ci concentreremo sull’abitare di Homo sapiens, sarà bene non cadere prigionieri, fin da subito, di una visione riduttivamente e pericolosamente antropocentrica. Pur con tutte le rilevanti differenze tra noi e gli animali, non possiamo non notare elementi di continuità, che ci inducono a inserire Homo sapiens tra le specie particolarmente dedite alla costruzione di strutture in cui stare, riposare, nascondersi, riprodursi. È vero che stentiamo a chiamare “casa” la tana di una volpe o il nido di un passero, come se “possedere” una casa fosse un attributo e un diritto esclusivamente umani. A ben vedere, facciamo difficoltà persino a chiamare “case” le abitazioni di fango e di materiali vegetali dei villaggi africani: preferiamo chiamarle capanne. Nel nostro uso del termine “casa” rischiamo di manifestare dunque una buona dose non solo di antropocentrismo, ma anche di etnocentrismo (come se le case fossero solo le “nostre”, non quelle di altre società, e tanto meno quelle di altre specie).

Torneremo su questo punto alla fine dello scritto. Qui ci limitiamo ad alcune osservazioni preliminari. In primo luogo, le nostre case – comunque vengano costruite – svolgono anch’esse le funzioni di riparo e di rifugio che attribuiamo alle costruzioni delle altre specie animali. In secondo luogo, decidendo di estendere la nozione di “casa” a tutte le forme di abitazione – sia a quelle umane, sia a quelle animali –, ci proponiamo di conferire a questo termine un significato particolare: la casa coincide con una categoria di luoghi appositamente costruiti, frutto di operosità e di ingegno, di investimenti economici e quasi sempre anche estetici, oggetto di manutenzione, di cure, di attenzioni, luoghi dunque socialmente salienti, luoghi, infine, di inevitabile attrazione, visto che nella vita quotidiana gli individui prima o poi si dirigono verso le loro case, verso questi luoghi ritagliati e in qualche modo sempre delimitati rispetto al più ampio contesto sociale. Comunque vengano costruite, le case hanno sempre una loro peculiarità, che le stacca dallo sfondo naturale e sociale: esse sono “luoghi” per eccellenza, che si contrappongono ai “nonluoghi” teorizzati da Marc Augé (Nonluoghi). Nello stesso tempo, hanno qualcosa di irrinunciabile, a tal punto che possiamo chiederci se sia mai davvero immaginabile una società umana senza case.

Perché le case sono così importanti, se non addirittura irrinunciabili? Sono molte le risposte che possiamo dare. Cominciamo dal riparo e dal rifugio. Comunque venga costruita, una casa distingue sempre un dentro e un fuori: essa stabilisce un confine, tra un ambiente interno e un ambiente esterno. L’ambiente interno ci ripara dalle intemperie, così come ci custodisce dagli animali predatori o dai nemici che si aggirano nei dintorni. La casa fa anche da schermo e da ostacolo rispetto ai potenziali intrusi: non necessariamente nemici, bensì gli stessi membri del nostro gruppo sociale che, anche solo con uno sguardo, possono coglierci “indifesi” nella nostra intimità.



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